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Tre Cime di Lavaredo 2.999 m
24/26.07

 

 

Partenza da Marchirolo (VA) alle ore 10:00 per una tre giorni nel luogo simbolo delle Dolomiti e delle Alpi, che con il Cervino, rappresenta un’icona dell’immaginario collettivo: le Tre Cime di Lavaredo. Marino che ha proposto l’escursione, ha preparato tutto con cura. Il percorso di Km 20 si snoda attorno alle Tre Cime. Primo giorno: arrivo al rifugio Auronzo (2.330m), cena e pernottamento; secondo giorno: passaggio dal rifugio Locatelli (2.405m), dal rifugio Pian di Cengia (2.528m) ed arrivo al rifugio Comici (2.224m), cena e pernottamento; terzo giorno: passaggio dal rifugio Lavaredo (2.344m) e ritorno al rifugio Auronzo dove è parcheggiata l’auto. Arriviamo al rifugio Auronzo (2.330m) alle ore 17:15. Prima di cena abbiamo il tempo di fare un breve giro fino alla Cappella degli Alpini. Anche se la nebbia non ci permette di vedere le Tre Cime, il paesaggio è veramente bello. Ceniamo e dopo qualche partita a carte saliamo in camera. Nella notte un violentissimo temporale si abbatte sulla zona con tuoni, fulmini, grandine e un forte vento che fa sbattere le finestre. L’alba però si annuncia con un colore dorato e un cielo terso che fa sperare in una giornata di sole. Colazione alle ore 7:00 e subito in marcia sul sentiero 101. La luce del mattino colora le montagne circostanti di un caldo arancione e sul sentiero sono visibili le pozzanghere lasciate dal temporale notturno. Arrivati alla Forcella di Col di Mezzo (2.324m) iniziamo a scendere fino a raggiungere le Sorgenti della Rienza (2.245m). Qui l’acqua scorre fresca e limpida tutto l’anno ed un filo invisibile collega queste sorgenti al Mar Nero: il fiume Rienza Nera è un affluente del fiume Drava che riversa le acque delle Tre Cime nel Danubio e quindi nel Mar Nero. Ci troviamo ai piedi delle Tre Cime, e si vedono cordate di rocciatori, che aggrappati alle pareti, con lenti movimenti, tentano l’ascesa alla Cima Grande (2.999m). Siamo talmente vicini che nel silenzio del mattino sentiamo chiaramente le loro voci. Percorrendo l’Alta Via delle Dolomiti, arriviamo al Rifugio A. Locatelli alle Tre Cime o Drei Zinnen Hütte (2.405). Da qui la vista sulle Tre Cime di Lavaredo è indescrivibile. La verticalità delle pareti Nord è impressionante, non esiste una simile morfologia in nessun altro gruppo montuoso delle Alpi. La Cima Ovest (2.973m), la Cima Grande (2.999m) e la Cima Piccola (2.857m), dal caratteristico colore dato dalla dolomia principale, si stagliano come cattedrali gotiche nel cielo ora solcato da nuvole bianche. Trovarsi qui è emozionante, queste pareti lasciano immaginare lontani eventi geologici caratterizzati da grandi catastrofi naturali. I tagli netti fanno pensare ad un brusco spostamento della Terra. La morfologia degli enormi strapiombi di roccia gialla che interrompono le mura, derivano dallo scioglimento di un antico ghiacciaio dell’altopiano che determinò molti crolli. Di tali eventi si può intuire la potenza camminando sui vasti ghiaioni sottostanti. Ci fermiamo al rifugio per una breve pausa, ci riforniamo di acqua e ci riportiamo di nuovo sul sentiero 101 per raggiungere la Forcella del Pian di Cengia (2.522m). Nel volgere un ultimo sguardo alle Tre Cime, che lentamente spariscono dietro la Forcella, un po’ di tristezza mi assale nel pensare che difficilmente ritorneremo ancora in questi luoghi. La tristezza svanisce subito davanti ad un ricco piatto di prodotti locali: speck, salame e formaggio, che, accompagnati da una fresca birra, gustiamo al rifugio del Pian di Cengia (2.528m). Il piccolo rifugio, solo 11 posti letto, gode di una bellissima posizione ed il grande terrazzo é molto soleggiato ed al riparo dai venti. Riprendiamo il sentiero 101 che scendendo ci porta al rifugio Comici (2.224m). Aspettando la cena sfoglio un libro con vecchie foto sulla Grande Guerra (1915-18) che si combatté nelle Dolomiti. Dalle trincee e dai molti monumenti ai caduti che abbiamo incontrato, appare subito evidente la forte attività bellica che c'é stata fra queste montagne. D’altronde le Tre Cime di Lavaredo da un lato, e le Drei Zinnen dall’altro, hanno da sempre segnato un confine tra due mondi e due culture diverse. Già dal Cinquecento tutta quest’area rimase contesa tra gli Austriaci e la Serenissima, causando ripetuti spostamenti di confine fino ad arrivare alla Grande Guerra. Nel 1915 il confine tra Italia e Austria era proprio sulla Forcella di Lavaredo (2.454m). Fin dall’11 maggio 1915 gli italiani occuparono per primi questo confine e gli austriaci, arrivati il giorno dopo, furono costretti a ritirasi verso l’interno. Il primo giorno di guerra, il 25 maggio 1915, gli italiani respinsero un primo attacco, ma i tiri degli austriaci colpirono, incendiandola, la casermetta sotto la Forcella di Lavaredo; ancora oggi sono ben visibili i suoi ruderi. Nell’intero mese di luglio gli alpini si impegnarono a portare un potente faro sulla Cima Grande (2.999m), e in un attacco notturno, per vendetta, distrussero il rifugio A. Locatelli alle Tre Cime. Sepp Innerkofler, proprietario e custode del Drei Zinnen Hütte, grande rocciatore e autore di numerose vie nelle Dolomiti di Sesto, vide bruciare il suo amato rifugio dalle cime del Monte Paterno (2.746m), da dove dirigeva i tiri degli austriaci. Anche il rifugio Auronzo subì numerosi danni a causa della guerra. Guardo queste foto e penso a quanti uomini sono morti fra queste montagne: circa 9.707 i caduti che riposano nel cimitero di Pocol; si stima che circa 10.000 furono i morti tra i due schieramenti tra il 10 ed il 13 dicembre 1916, dovuti alle valanghe ed al gelo; sul Monte Piana (2.324m) il 13 dicembre 1916 si registrarono 42 gradi sotto zero. A distogliermi da questi brutti ricordi, arriva il piatto di minestra calda che tutti e tre abbiamo ordinato e che mangiamo con gusto. Restiamo ancora un po’ a chiacchierare e ci ritiriamo in camera. La mattina sveglia alle ore 5:30 e partenza alle ore 6:00. Raggiungiamo il Passo Fiscalino (2.519m) e scendiamo ai Laghi di Cengia (2.324m). Siamo sul sentiero 104 che si snoda tra verdi prati fioriti e che ora sale costeggiando la Croda Passaporto (2.744m), (ai pedi della quale fotografiamo una solitaria stella alpina), passa sotto la Forcella di Lavaredo (2.454m), arriva ai Laghi di Lavaredo (2.405m) e quindi al rifugio Lavaredo (2.44m). Non ci fermiamo e ci immettiamo di nuovo sul sentiero 101. Percorrendo l’ampia strada ora affollata da centinaia di turisti, arriviamo al rifugio Auronzo. Facciamo una veloce colazione e subito in macchina per il ritorno. Durante il viaggio ripenso all'escursione che é stata bellissima: immersi tra paesaggi di rara bellezza e tracce ancora visibili di una storia lontana, questi luoghi, che testimoniano aspre lotte tra uomini e montagne, lasciano un fortissimo ricordo a chi come noi ha potuto viverli anche solo per tre giorni.